La terapia con Oligonucleotidi Antisenso Morfolino corregge gli effetti della SLA in un modello murino

SciRep

La terapia con Oligonucleotidi Antisenso Morfolino

corregge gli effetti della SLA in un modello murino

M. Nizzardo, C. Simone, F. Rizzo, G. Ulzi, A. Ramirez, M. Rizzuti, A. Bordoni, M. Bucchia, S. Gatti

N. Bresolin, G. P. Comi, S. Corti

 

La terapia molecolare con Oligonucleotidi Antisenso Morfolino è in grado di migliore la patologia della SLA in due modelli sperimentali. E’ questa l’importante scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Scientific Reports, di uno studio condotto da Monica Nizzardo e Stefania Corti del

Centro Dino Ferrari”, Università degli Studi di Milano e

IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.

 

 

In un articolo pubblicato online su Scientific Reports (gruppo editoriale di Nature), i ricercatori del “Centro Dino Ferrari”, Università degli Studi di Milano, IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico hanno dimostrato l’efficacia della terapia con Oligonucleotidi Antisenso Morfolino in due modelli sperimentali di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

La SLA è una malattia degenerativa progressiva dell’età adulta, determinata dalla perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori. E’ presente sia in forma familiare (legata a trasmissibilità familiare, 10% dei casi) che sporadica (ossia non legata a trasmissibilità familiare, 90% dei casi). Fino al 20% dei casi familiari è dovuto ad una mutazione del gene della Superossido dismutasi 1 (SOD1), portando ad un accumulo tossico della proteina. Attualmente la cura è esclusivamente di supporto e non esiste una terapia efficace nel prevenire il carattere degenerativo della malattia.

Il principale investigatore di questa ricerca è la Prof.ssa Stefania Corti, medico e professore associato di neurologia, attualmente a capo del Laboratorio di Cellule Staminali Neurali della Sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti dell’Università degli Studi di Milano.

La Dott.ssa Monica Nizzardo, primo autore di questo lavoro, ed i suoi colleghi hanno valutato la fattibilità e la potenzialità terapeutica del silenziamento dell’espressione della proteina SOD1 in cellule umane SLA e in un modello murino di SLA. E’ stata utilizzata una molecola costituita da un analogo di DNA, l’oligonucleotide morfolino, che blocca la formazione della proteina SOD1 e ha il vantaggio di avere un’eccellente profilo di sicurezza, una buona biodistribuzione ed efficacia. Questa strategia è stata testata in un modello umano in coltura costituito da motoneuroni (le cellule che degenerano nella SLA), derivati da cellule staminali pluripotenti indotte, ottenute da fibroblasti cutanei di pazienti affetti da SLA familiare con mutazione SOD1 e sporadica. La somministrazione della molecola ha migliorato il fenotipo patologico delle cellule, aumentandone la sopravvivenza.

Inoltre il Morfolino è stato somministrato nel modello murino di SLA con dei buoni risultati in termini di miglioramento della progressione della malattia, della funzionalità neuromuscolare e della sopravvivenza.

Questo studio fornisce una valida premessa per lo sviluppo di una terapia mediata da Morfolino per la SLA, ma anche per altre malattie neurodegenerative.

La ricerca è stata condotta con il supporto di AriSLA (Fondazione Italiana di ricerca per la SLA) nell’ambito del Progetto Pilota ALSsiMO assegnato alla Dott.ssa Nizzardo e con il supporto dell’Associazione Amici del “Centro Dino Ferrari”.

 

 

Per ulteriori informazioni

Dott.ssa Monica Nizzardo

Centro Dino Ferrari, Università degli Studi di Milano, IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Tel. +3902 55033833

monica.nizzardo1@gmail.com

 

 

Prof.ssa Stefania Corti

Centro Dino Ferrari, Università degli Studi di Milano, IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Tel. +3902 55033817

stefania.corti@unimi.it

 

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